(Paura, di E. Alfano)
"la tierra es una fruta negra que el cielo muerde"
(Tengo miedo, da Crepusculario, di P. Neruda)
Ho paura. La sera è grigia e la tristezza
del cielo si apre come la bocca di un morto.
Il mio cuore ha un pianto di principessa
dimenticata nel fondo di un palazzo deserto.
Ho paura. E mi sento così stanco e piccolo
che rifletto la sera senza meditare su lei.
(Nella mia testa malata non deve entrare un sogno
così come nel cielo non è entrata una stella).
Tuttavia nei miei occhi una domanda esiste
e c'è un grido nella mia bocca che la mia bocca non grida.
Non v'è orecchio nella terra che oda il mio lamento triste
abbandonato in mezzo alla terra infinita!
L'universo muore d'una calma agonia
senza la festa del sole o il crepuscolo verde.
Agonizza Saturno come una pena mia,
la terra è un frutto nero che il cielo morde.
Per la vastità del vuoto vanno cieche
le nubi della sera, come barche perdute
che nascondessero stelle spezzate nelle loro stive.
E la morte del mondo cade sulla mia vita.
(Paura, da Crepuscolario, di Pablo Neruda)
"Non è lo stesso terrore che suscita il toro iracondo, il pugnale che minaccia, o l'acqua che s'inghiotte. E' un terrore cosmico, un'istantanea insicurezza, l'universo che crolla e si dissolve. E intanto, la terra risuona d'un sordo tuono, con una voce che nessuno le conosceva."
(da Confesso che ho vissuto, di P. Neruda)
1 commento:
Bellissimo Eugenio, la sfumatura è di una delicatezza che non avevo ancora visto negli altri dipinti.
Ed è triste.
Parabèns meu amigo!
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