mercoledì 26 agosto 2009

LA GINESTRA

(di E. Alfano)

«(...) Or tutto intorno

una ruina involve,

dove tu siedi, o fior gentile, e quasi

i danni altrui commiserando, al cielo

di dolcissimo odor mandi un profumo,

che il deserto consola.»

(La Ginestra, di Giacomo Leopardi)



E le ginestre belle e profumose

risiamo noi, speranze del pianeta

che gira intorno alle menzogne esplose

(Dedica, da Coro dei fiori, di Gianni D'Elia)



Dalla marea che un popolo ha sommerso,

e me con esso, ancora

levo la testa? Ancora

ascolto? Ancora non è tutto perso?

(Congedo, da Preludio e Fughe, di U. Saba)



La ginestra, leopardianamente intesa, è simbolo dell’uomo che sa accettare la verità sulla propria condizione e può costruire partendo da questa, la propria dignità. Il delicato fiore coraggiosamente si leva sulla contemporanea “lava impietrata”, rappresentata dai valori economici, politici e religiosi raffigurati nel dipinto sullo sfondo, che non hanno più al centro dei loro interessi l’uomo. E’ l’invito rivolto all’uomo a risorgere dalla “marea che un popolo ha sommerso”. Un senso di speranza quindi permea il dipinto, espressa da una luce tenue che affiora da un cielo grigio, una luce che presagisce l’avvento di un cambiamento.

RINASCITA

(di E. Alfano)

…e cortili dove c'è biancheria appesa a un filo:
mutande, asciugamani e camicie che piangono
lente lacrime sporche.

(P. NERUDA, Walking Around, in Residenza sulla terra, 1931-35)




Ispirato ai versi della poesia di Pablo Neruda, Walking Around, aspira alla fondazione di una nuova coscienza e alla rinascita di un uomo nuovo. I vestiti “piangono lente lacrime sporche”, lacrime che rappresentano i falsi e malati valori attuali, quelli dell'era consumistica. E' il lavarsi, il pulirsi, il fare “tabula rasa”, dentro e intorno a sé, di questi valori, rappresentati simbolicamente, e limitati da un muro, sullo sfondo: dei grattacieli, simbolo del potere economico e politico; delle industrie, espressione della società dei consumi che ha ridotto l'individuo “a una dimensione” (Marcuse); un Duomo, simbolo del falso moralismo e dei falsi valori religiosi.
Dal cielo grigio si intravede una luce tenue, speranza per l'avvento dell'“uomo nuovo”.