lunedì 16 giugno 2008

SCACCO MATTO



“Andatelo a dire
ai caduti di ieri
che il loro morire
fu come le nevi”
(Gianni D’Elia)


“Ed io, Antonius Block, sto giocando a scacchi con la morte.”
(da IL SETTIMO SIGILLO, Bergman)


“Possiamo sempre fare qualcosa”
(G. Falcone)



E’ un omaggio a Giovanni Falcone e a chi, come lui, ha perso la vita per giocare questa bergmaniana partita degli scacchi bianchi contro quelli neri, dell’”Eroe” contro la Morte, dell’antimafia contro la mafia. E’ un omaggio a chi si batte, ancora, ogni giorno per difendere valori di giustizia, a chi ha scelto come motto di vita, uno degli insegnamenti di Giovanni Falcone: “Non mi sono mai chiesto se dovevo affrontare o no un certo problema, ma solo come affrontarlo”.

“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a difendere”(G. F.).
Infatti, ad un certo punto, si arriva ad una “zona grigia” dai contorni sfumati, dove l’antimafia compenetra nella mafia stessa, come pedine “mangiate”. Ciò che rimane è solo la festività delle inaugurazioni agli anniversari e gli “omaggi” materiali dello Stato (un ulivo, una statua), metafora della solitudine di quella parte della Giustizia non corrotta.

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