giovedì 2 luglio 2009
Recensione alla mostra "Poesia del Quotidiano"
Una mostra che giunge a coronamento di una passione che l’artista acrese ha sempre coltivato e che non è disgiunta dagli innumerevoli interessi e impegni artistici, culturali e civili a cui si dedica.
Questi dipinti infatti sono la forma espressiva più compiuta della sua visione della realtà e sentirlo, come l’altra sera, parlare delle sue ispirazioni e degli elementi concettuali delle sue opere fa capire quanto per lui la pittura non sia solo un fatto estetico ma qualcosa di molto più profondo che va a interagire con gli elementi culturali della sua formazione.
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Difficile parlare delle opere di un grande amico, senza rischiare di uscire da quella zona franca in cui si prescinde dall’affetto, dalla condivisione di molte idee, di molti sogni, di molte utopie, per essere realmente oggettivi.
Ma c’è qualcosa nei dipinti di Eugenio Alfano che parla in prima persona e anche se, come è logico e giusto, lì c’è tutta la sua personalità e la sua tensione etica e civile, essi riescono, anche non conoscendo l’autore, ad esprimere bene i concetti che vi sono sottesi e che vanno oltre il solo tratto pittorico di gran pregio.
Come già ebbi a scrivere tempo fa, il gesto pittorico di Eugenio Alfano si evidenzia in un sapore metafisico che si coniuga con tematiche concettuali legati alla realtà sociale e psicologica.
Ma c’è dell’altro, perché il suo “simbolismo” si nutre della grande forza della poesia, soprattutto del ruolo che oggi può e deve giocare, cioè quello ”eretico” di una “rieducazione sentimentalmente” dell’uomo, per farlo uscire dalla sottomissione alle logiche del mercato e del denaro, insegnando a guardarsi dentro, per far rinascere la “persona”
Per citare l’amico comune Gianni D’Elia :
“Sola ci potrà salvare un’eresia..ché da sempre comanda, politica, l’economia. …”
Ecco perché i dipinti di Eugenio Alfano hanno dei collegamenti stretti con la poesia e sono spesso accompagnati da riferimenti a grandi poeti e a grandi pensatori: proprio perché la sua rappresentazione della realtà, il suo evidenziare i pericoli e la “paura” (rappresentata tra l’altro in uno dei suoi migliori dipinti) non è fredda elencazione di malesseri, di ingiustizie, di corruzioni, ma è feconda di speranza,è densa dell’anelito al nascere di un nuovo umanesimo, capace di farci uscire dalla palude dell’omologazione, della massificazione e della rassegnazione.
E l’arte è uno dei mezzi più potenti per parlarci di questo, per risvegliare le coscienze, per farci riflettere e indicarci anche delle vie d’uscita che forse sono ancora lontane, ma che, anche attraverso la poesia del quotidiano, possono sempre più scalfire l’ottusa e rigida consistenza dei muri che ci siamo creati fuori e dentro di noi.
Gian Luigi Ago - Ass. culturale "Il vizio del pensiero"
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