(Fontana chiara, E. Alfano)
«...
y en la fontana dulce de mi sueño
se reflejó otra fuente estremecida».
(P. NERUDA, El padre, da Crepusulario)
“Fontana chiara” deve il suo nome all’omonima canzone del cantautore calabrese Rino Gaetano, le cui uniche parole sono “Fontana chiara, un poco dolce un poco amara”. Pochissime parole, quasi una poesia ermetica, per esprimere, allo stesso tempo, le bellezze e le contraddizioni del Meridione.
Infatti l'oggetto del dipinto è proprio il Sud, richiamato metaforicamente attraverso una fontana, dalla quale scaturisce, seppur a piccole gocce, un'acqua fresca, limpida, pulita, «A no è aga pì fres-cia che tal me paìs» (Dedica, da La Meglio Gioventù, P.P. Pasolini). Esprime l’immagine e il simbolo delle bellezze paesaggistiche del Sud, ma anche la sua vitalità, l’accoglienza e la voglia di vivere insita nelle sue popolazioni, ricche di culture e di tradizioni, che si riflettono in maniera esemplare in una “fontana”, la quale pare offrire «un sorso di vita ad ogni vita,/che in sé grata l'accoglie» (Fontanella, da Ultime Cose, U.Saba).
Lo sgorgare dell’acqua non dal canale d’uscita ma lateralmente, e in eccesso rispetto a quella contenuta nel secchio, manifesta una critica esplicita alle contraddizioni presenti nel Meridione, sia a livello politico che socio-culturale, un'amara constatazione pasoliniana:
Fontana di aga di un paìs no me.
A no è aga pì vecia che ta chel paìs.
Fontana di amòur par nissùn.
(Dedica, da La Nuova Gioventù)
Ed ecco che anche la goccia d’ acqua che cade all’interno del secchio, acquista allora un valore simbolico: rappresenta tutte quelle persone che cercano di opporsi ad un determinato sistema, politico e sociale, tutte quelle persone che si battono, lottano, affinché la loro terra non sia governata da una mentalità e una classe dirigenziale “mafiosa”.